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Progetto Housing First

Progetto Housing First

Cos’è l’Housing First?
L’Housing First è probabilmente uno degli approcci più innovativi per intervenire nel contrasto alla grave marginalità adulta.

Sviluppato dal Dr. Sam Tsemberis a New York negli anni Novanta, questo modello si è rivelato di successo nei tentativi di risolvere la condizione di senza dimora di persone con disagio multi-fattoriale negli USA, in Canada ed in molti paesi europei incluso l’Italia

In pratica, le persone con anni di vita in strada o a serio rischio di perdere l’abitazione, ricevono dai servizi sociali territoriali l’opportunità di entrare in un appartamento autonomo “senza passare dal dormitorio” godendo dell’accompagnamento di una equipe di operatori sociali (supported housing) direttamente in casa

La ricerca mostra che in 8 casi su 10 la persona esce dall’isolamento, stabilizza il proprio benessere psico-fisico, si prende cura della propria salute, si impegna in attività di training e occupazioni (piccoli lavoretti), di svago ed in molti casi riprende i legami con familiari e amici (Pleace e Bretherton 2013; Cortese 2016; Molinari e Zenarolla 2018)

Come si fa Housing First?
Applicare l’Housing First in Italia nell’ambito dei servizi rivolti alla homelessenss vuol dire ispirarsi concretamente agli 8 principi guida europei elaborati da un team di esperti– tra cui Marco Iazzolino per l’Italia – in collaborazione con il Dr. Tsemberis, fondatore del primo programma Housing First (Pathways to Housing): Abitare è un diritto umano; I partecipanti hanno diritto di scelta e controllo; Distinzione tra abitare e trattamento terapeutico; Orientamento al Recovery; Riduzione del danno; Coinvolgimento attivo e non coercitivo; Progettazione centrata sulla persona; Supporto flessibile per tutto il tempo necessario

Gli addetti ai lavori sanno che si tratta di principi utili in tutti gli approcci di intervento con persone fragili e multiproblematiche. Tuttavia, l’Housing First richiede alle equipe di progetto un significativo orientamento alla personalizzazione dell’intervento e alla centralità della persona

In questo approccio le priorità sono dare accesso alla casa, mettere la persona nelle condizioni ottimali per poter agire/reagire/scegliere guidate da un ambiente supportato, intimo e sicuro, promuovere la riduzione del danno e offrire un accompagnamento per tutto il tempo necessario

Dove viene applicato?
Oltre agli Stati Uniti, Canada, Australia, anche in Europa molti paesi hanno applicato il modello (consulta la mappa dell’Housing First Hub Europe). Ogni paese ha investito risorse pubbliche, private o donazioni per finanziare i progetti e ogni paese ha dedicato la propria attenzione a target groups specifici (giovani, donne vittime di violenza, famiglie, psd croniche e con problemi di salute mentale, etc…)

Dal 2014 anche in Italia è stata avviata la sperimentazione del modello Housing First. Oltre 50 organizzazioni che lavorano con le persone senza dimora nel settore pubblico, privato e privato sociale hanno deciso di applicare il modello come innovazione dei propri servizi e hanno aderito al programma del Network Housing First Italia, fondato e coordinato da fio.PSD

Il programma del Network continua ancora oggi e nel 2019 sono moltissime e sempre in aumento le organizzazioni che attraverso questo approccio accolgono in casa persone con storie di homelessness e offrono loro un supporto e un accompagnamento costante (consulta la mappa del NHFI).

Monitoraggio e valutazione
Sempre nel 2014 si è costituito spontaneamente un Comitato Scientifico coordinato da fio.PSD per studiare le caratteristiche e le dinamiche dell’Housing First in Italia

Il gruppo si è ispirato ed è in collegamento costante con i colleghi internazionali (Tim Aubry, Sam Tsemberis, Debora Padgett, solo per citarne alcuni) e i colleghi europei (Josè Ornelas, Nicholas Pleace, Volker Busch-Geertsema, Isabel Baptista) e ha consentito di investire in formazione, supervisione e valutazione dei progetti housing first Italia sviluppati all’interno del Network

Gli studiosi hanno inoltre elaborato una metodologia di analisi estremamente valida e utile per raccogliere risultati, impatti e “storie di vita” delle oltre 400 persone accolte nelle case housing first.

 

ETHOS

Classificazione Europea sulla grave esclusione abitativa e la condizione di persona senza dimora

 

FEANTSA ha sviluppato ETHOS, una Classificazione europea dei Senza Dimora e dell’esclusione abitativa. come mezzo per migliorare la comprensione e la misurazione del fenomeno Homelessness in Europa e per fornire un “linguaggio” comune

Questa tipologia è stata lanciata nel 2005 ed è utilizzata per scopi diversi: come struttura per il dibattito, per scopi di raccolta dati, di sviluppo di policy, di monitoraggio e nei media

Ethos è stato alla base delle due Indagini sui Senza Dimora condotte da fio.PSD con il Ministero del Lavoro, Istat e Caritas Italiana nel 2007-2012 e ripetuta nel 2013-2014

Nel 2017, la versione inglese di ETHOS e ETHOS Light sono stati riprogettati per riflettere la nuova identità visiva di FEANTSA. Mentre la prima rimane un quadro completo per esperti e accademici, la versione Light è intesa come una definizione armonizzata di Senza Dimora a fini statistici

I Senza Dimora sono percepiti e affrontati in modo diverso a seconda del paese. ETHOS è stato sviluppato attraverso una revisione delle definizioni esistenti di Senza Dimora e le realtà dei Senza Dimora che i fornitori di servizi devono affrontare quotidianamente. Le categorie cercano quindi di coprire tutte le situazioni di vita che rappresentano forme di Homelessness in tutta Europa:

  • senza tetto (senza riparo di alcun genere, dormendo in modo approssimativo)
  • senza casa (con un posto dove dormire ma temporaneamente nelle istituzioni o nei rifugi)
  • sistemazioni insicure (minacciati di grave esclusione a causa di tenute insicure, sfratti, violenza domestica)
  • sistemazioni inadeguate (in roulotte su campeggi illegali, in alloggi inadeguati, in sovraffollamento estremo)

 

ETHOS ITALIANO ETHOS 2017 Inglese ETHOS 2017 (Light)

 

 

 

 

HOUSING FIRTS A RAGUSA 

Il progetto Housing First, riassunto nell’espressione “prima di tutto la casa”, vede nella casa un diritto umano primario e punto di partenza verso l’autonomia ed il benessere.

L’équipe segue a 360°, con un accompagnamento individualizzato, 30 famiglie e singoli (uomini e donne sole le con figli minori a carico)di diverse fasce d’età con grave disagio economico e abitativo, e correlate problematiche di vario genere.                                                                                                      

Parte centrale del servizio è il lavoro di comunità volto a favorire percorsi di integrazione, grazie ai quali la persona viene sostenuta nel costruire relazioni positive che gli consentano di uscire dall’invisibilità e di riappropriarsi della propria vita, di sentirsi “parte”.

L’équipe segue 30 famiglie e singoli.

 

Questo servizio è in cogestione con la Caritas Diocesana di Ragusa: https://www.diocesidiragusa.it/attivita-della-caritas-diocesana/

 

 

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